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Disinfettanti ospedalieri inefficaci contro superbatterio

Disinfettanti ospedalieri inefficaci contro superbatterio

Niente riesce a eliminare il Clostridium difficile completamente

ROMA, 07 novembre 2019, 14:08

Redazione ANSA

ANSACheck

Studio dell 'università di Houston pubblicato sulla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy - RIPRODUZIONE RISERVATA

Studio dell 'università di Houston pubblicato sulla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy - RIPRODUZIONE RISERVATA
Studio dell 'università di Houston pubblicato sulla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Neanche i disinfettanti ospedalieri più potenti sembrano avere la meglio sul Clostridium difficile, il superbatterio responsabile di gravi infiammazioni al colon, con sintomi che vanno dalla diarrea alla sepsi, e che colpisce soprattutto gli anziani negli ospedali e strutture sanitarie. Lo indica lo studio dell'università di Houston pubblicato sulla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy.
    "Non abbiamo trovato un disinfettante capace di eliminare completamente questo batterio, che è protetto da strati di biopellicole che fanno da armatura, anche se abbiamo rilevato delle differenze tra i vari prodotti", commenta Kevin Garey, coordinatore dello studio. Tre sono i disinfettanti risultati più efficaci contro il batterio, di cui due anche contro le sue spore, cioè lo stadio con cui causa l'infezione. Nello studio sono stati provati sette disinfettanti ospedalieri su cinque diversi ceppi di batterio, avvolti in tre diversi tipi di biopellicole fatte crescere in laboratorio per 72 o 120 ore. I batteri possono crescere su quasi tutte le superfici e formano una biopellicola complessa, cioè una sorta di 'abito-armatura', dove può sopravvivere e crescere, simile ad una melma. Le pellicole più devastanti si formano sugli strumenti medici, come i cateteri, dando così al batterio accesso diretto al paziente.
    "Questo studio - conclude Garey - spiega perchè il batterio è così difficile da eradicare dall'ambiente e dimostra la capacità di queste spore di essere onnipresenti e auto-propagarsi".
   
   

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