spiegano all'azienda sanitaria - e pochissime sarebbero state le chance di sopravvivenza se il cardiochirurgo non fosse arrivato in tempo a sostituire il vaso incriminato. Ma di tempo non ce n'era più perché il cuore, all'improvviso, aveva cessato di battere".
Inizialmente il personale del pronto soccorso ha attivato le manovre cardio-rianimatorie secondo i protocolli. Un medico di Cardiochirurgia ha quindi eseguito una pericardiocentesi per asportare il sangue che, dopo essere fuoriuscito dall'aorta, si era accumulato nel pericardio impedendo al cuore di riattivarsi. L'intervento non è stato sufficiente e, a quel punto, era chiaro che il paziente non poteva essere portato in sala operatoria. Quindi si è deciso di procedere direttamente nella
shock-room dell''area rossa': è stata praticata una sternotonomia e dopo la rimozione dei coaguli il cuore ha ripreso l'attività. Con il paziente rimesso in sicurezza l'intervento è stato poi
completato in sala operatoria. Il 69enne è rimasto tre giorni in cardiorianimazione.
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