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Diabete: 10 mld euro la spesa annua a carico Servizio sanitario

Pesano complicanze. Farmaci più moderni solo per 25% pazienti

Redazione ANSA ROMA

Dieci miliardi di euro, ovvero circa il 10% del Fondo sanitario nazionale: è la spesa complessiva annuale legata al diabete a carico del Servizio sanitario. La stima arriva dall'ultima edizione del Rapporto ARNO diabete, anticipato oggi dalla Società italiana di diabetologia (Sid) alla vigilia della Giornata mondiale del diabete che si celebra il 14 novembre.

Questa cifra, rilevano gli esperti, rappresenta tuttavia un "dato virtuale, perché fa riferimento a tariffe (prezzi) più che costi effettivi che sono certamente superiori". La composizione della spesa è da riferire per metà ai ricoveri e meno del 15% all'acquisto di farmaci e dispositivi diagnostico-terapeutici specifici per il diabete. In generale, la stragrande maggioranza della spesa è attribuibile alle complicanze. Le prescrizioni di farmaci per le persone con diabete sono infatti più del doppio rispetto alla popolazione senza diabete; anche le prestazioni ambulatoriali diagnostiche o terapeutiche sono del 50% superiori. Le persone con diabete vengono anche ricoverate il doppio rispetto ai non diabetici e la loro permanenza in ospedale durante un ricovero è più lunga.

Quanto ai farmaci usati per la terapia del diabete, emerge inoltre dal Rapporto, solo il 25% dei diabetici viene trattato con quelli più moderni, mentre una percentuale consistente di pazienti (circa il 30%) continua ad assumere farmaci come sulfaniluree e glinidi, categorie di farmaci attualmente considerate di terza-quarta linea dalle linee guida correnti. I nuovi farmaci, avvertono i diabetologi, "possono essere prescritti ancora solo dagli specialisti e questo impedisce l'accesso all'innovazione a quei pazienti che non afferiscono mai ai centri diabetologici". Ma c'è di più: preoccupa il fatto che quasi un diabetico su 4 non faccia nel corso dell'anno nemmeno un esame del sangue per valutare parametri di laboratorio essenziali nel monitoraggio della malattia e che 1 su 3 non effettui alcuna visita specialistica.
   

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