I pazienti con diabete di tipo 2 che usano l'insulina sintetica di nuova generazione non hanno risultati migliori rispetto a chi usa la 'vecchia' di origine umana, molto meno costosa. Lo afferma una ricerca dell'università di Yale pubblicata dalla rivista Jama.
I ricercatori hanno confrontato i dati di oltre 25mila pazienti con la diagnosi di diabete di tipo 2 confrontando gli effetti delle due diverse forme di insulina per una media di 1,7 anni, e verificando l'impatto sulle visite al pronto soccorso e sui ricoveri per ipoglicemia grave e i cambiamenti nel valore dell'emoglobina glicata. In generale non sono state trovate differenze sostanziali per nessuno dei parametri esaminati. "Si tratta di un lavoro che va controcorrente rispetto ad un elevato numero di altri studi che arrivano a conclusioni diverse, e che hanno portato a scrivere nelle linee guida la raccomandazione a preferire gli analoghi - spiega Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia -. Questo studio ha diversi punti deboli.
Si tratta di una indagine retrospettiva, di minor valore scientifico rispetto ad uno studio randomizzato, e che prende in esame solo le ipoglicemie talmente gravi da costringere il paziente a ricorrere al Pronto Soccorso. Queste costituiscono solo una piccola percentuale degli episodi, mentre anche quelli meno gravi inducono gravi disagi e pericolose conseguenze per i pazienti, ad esempio aumentato rischio cardiovascolare. Inoltre la gran parte dei pazienti iniziava l'insulina quando il controllo metabolico era veramente pessimo.
Vorrei infine aggiungere che è vero che i costi sanitari del diabete sono molto elevati, e che occorre porre la massima attenzione al corretto utilizzo delle risorse economiche. Ma la gran parte (75%) di questi costi si spendono per i ricoveri ospedalieri e la gestione delle complicanze del diabete. I farmaci rappresentano solo il 7% della spesa per il diabete. Quindi, il vero risparmio si farebbe investendo sulla gestione ottimale della malattia, in grado di prevenire ricoveri e complicanze".