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C'è una Fiat Siena nei sogni del sudditi di Kim Jong-un

Parco nord coreano inesistente, con auto assemblate in kit

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Oltre all'acciaio, alle apparecchiature per le reti televisive, agli olii vegetali e al cibo - compresa l'eventuale apertura dei primi franchising McDonald - gli Stati Uniti potrebbero includere automobili, pick-up e autocarri nei primi elenchi dei beni da esportare nella Corea del Nord, a seguito dell'apertura delle relazioni tra i due Paesi dopo il proficuo incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un. Lo afferma l'esperto in affari nordcoreani Owen Miller che lavora alla University of London e che ha prospettato le fasi che potrebbero caratterizzare i nuovi rapporti fra Stati Uniti e Corea del Nord. A differenza della confinante Corea del Sud, che è diventata il più importante Paese a livello di produzione automobilistica (94 unità prodotte ogni 1.000 abitanti nel 2016, contro le 75 della Germania e le 70 della Spagna) nel panorama mondiale, la Corea del Nord è in pratica priva non solo di una struttura industriale dedicata alle quattro ruote, ma anche di un vero e proprio parco automobilistico. Secondo le stime degli esperti, che si basano soprattutto sulle esportazioni dalla Cina, la Corea del Nord ha una capacità produttiva che oscilla fra le 40 e le 50mila unità all'anno, basata essenzialmente sull'assemblaggio di vetture e veicoli pesanti in kit. Dalla Cina sono arrivati nel 2016 autocarri e autobus per circa 147milioni di dollari, ma la quota delle automobili è così ridotta (anche a livello di esemplari di seconda mano) da non essere statisticamente rilevabile. Uno dei più importanti brand della Corea del Nord è quello della Pyeonghwa Motors, parola che in coreano suona come 'pace' e che è nata da una JV dalla locale Ryonbong General Corp e la sud coreana Pyonghwa Motors of Seoul. La gamma è tutta basata su kit di montaggio alcuni forniti in passato anche da Fiat, ragion per cui sulle strade del Paese si sono viste versioni locali della Siena assemblata fino al 2006 e venduta come Hwiparam (Fischio) e del commerciale Doblò ribattezzato Ppeokkugi e fabbricato fino a una decina di anni fa. Nei cataloghi della Pyeonghwa Motors - che ha anche l'esclusiva della importazione e della vendita di veicoli usati - compaiono anche due altri modelli con denominazione italiana, ma che arrivano invece dalla Cina. Sono la Premio basata sul pick-up della cinese Dandong Shuguang e la Pronto che è una versione locale di un suv della stessa Dandong Shuguang.

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