Il 60% degli automobilisti italiani si dice pronto a rinunciare alla privacy e a condividere i dati relativi all'utilizzo del veicolo che guida ma non del proprio telefonino e solo se questo sacrificio può portare vantaggi alla propria sicurezza. E' questo il dato più significativo che emerge dalla ricerca ''L'auto connessa vista da chi guida. Il ruolo e i rischi dei dati nell'industria dell'auto'', effettuata da ANIASA in collaborazione con Bain&Company, presentato oggi nel capoluogo meneghino. I servizi per cui viene accettato un monitoraggio esterno sono quelli che ''possano aumentare la sicurezza personale e dell'auto, come la localizzazione in caso di emergenza o furto, la diagnostica da remoto e la manutenzione predittiva''. Non si tratta di una rinuncia a cuor leggero perché, si legge nel commento allo studio, ''persistono timori su possibili accessi ai dati, violazioni della privacy o hackeraggio del veicolo''.
Nei prossimi 3-4 anni, ricordano dall'associazione che all'interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, saranno consegnati 125 milioni di auto connesse.
Nel 2017 il mercato relativo a questa tecnologia valeva più di 60 miliardi di euro a livello globale, con una previsione di crescita del 260% stimata nell'arco dei prossimi otto anni. I numeri del fenomeno, quindi, sono importanti. L'indagine, basata sulle risposte di un campione rappresentativo di 1.200 automobilisti, evidenzia come l'interesse sul tema connessione stia crescendo. ''Il 29% - è stato chiarito - guida già un'auto connessa, con dispositivi in grado di scambiare informazioni avanzate con altri sistemi (non basta il solo Bluetooth). Il 59% dichiara di non averla ancora, ma intende dotarsene in futuro; solo il 12% sostiene di non volerla''. Per quello che riguarda i benefici per la sicurezza attesi dall'utilizzo di sistemi telematici, gli intervistati hanno risposto indicando la localizzazione in caso di emergenza e in caso di furto (14%), la navigazione evoluta (11%), la connettività con strade 'smart' (11%). Funzionalità e servizi che l'80% del campione sarebbe disposto a pagare, il 37% spendendo sino a 500 euro.
''In generale - conclude il report - gli automobilisti si dimostrano molto pragmatici e sono ben disposti a condividere dati che portino benefici pratici e tangibili, come l'assistenza stradale, la manutenzione predittiva, la riduzione dei premi assicurativi, la diagnostica remota del veicolo. In tutti questi casi un 50% è ''abbastanza disposto'' e un 20-30% è ''molto disposto'' alla condivisione. Il discorso cambia quando si tratta dei dati afferenti la sfera personale, come quelli di telefono/rubrica o i dettagli dell'infotainment. Ben 7 su 10 ritengono che la legislazione attuale non sia sufficiente a tutelare la privacy dei consumatori''.