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Adolescenti, quali sono i lavori dei sogni?

Adolescenti, quali sono i lavori dei sogni?

Ricerca su 700 studenti dell'Italia del Sud, calciatore o medico è (quasi) sempre per passione

25 agosto 2019, 20:55

Redazione ANSA

ANSACheck

Un gruppo di ragazzi foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un gruppo di ragazzi foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un gruppo di ragazzi foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Perfettamente sintonizzati con il proprio tempo, con i grandi cambiamenti che attraversano il nostro pianeta e con le ricadute che tali trasformazioni avranno sul mondo del lavoro. Consapevoli dell’importanza crescente che avranno i saperi specialistici, vedono nella laurea un presupposto fondamentale per inoltrarsi con successo nel mercato del lavoro. Hanno grande considerazione del mondo scientifico (più le donne che gli uomini) e dei settori iper-specialistici come la medicina e l’ingegneria. Sono mossi dalla vocazione, dalla passione e influenzati sempre meno dalle famiglie. Questa è la fotografia dei giovani meridionali che emerge da una ricerca condotta dal Centro studi Formazione e Lavoro di FMTS Group, che si occupa di formazione e ricerca di personale in Italia, su 700 studenti delle scuole medie di Basilicata, Calabria, Campania e Puglia.

La ricerca dal titolo “Il Lavoro dei sogni” si interroga sullo stato di consapevolezza delle trasformazioni lavorative in un’età molto significativa dello sviluppo della personalità e sulla rappresentazione dei desideri degli adolescenti. Quali sono i lavori dei sogni? Quanti e quali sono dunque i mestieri e le professioni scelte dai ragazzi come orizzonte dei propri desideri lavorativi? Tra quelli menzionati come prima scelta si trovano: lo sportivo (13%), il medico (11,5%), l’insegnante e l’istruttore di sport - danza inclusa - (11%), professioni SAM - quelle legate al mondo dello spettacolo, dell’arte e della musica (9,8%) e EBM, legate ai mondi dell’estetica, del benessere e della moda (7%), l’ingegnere (6,5%) e professioni legate al mondo Horeca (4,4%), ovvero dell’ospitalità.

Se invece si considerano tutte e tre le scelte, a prevalere, molto al di là delle aspettative, è il mondo delle libere professioni (notai, avvocati, commercialisti, architetti, farmacisti, ingegneri, medici, psicologi, veterinari) che raggiunge un 30,5%. Il mondo delle professioni supera anche la somma di Sport, SAM e EBM (al 29,8%), mostrando quanto rilevante sia questa componente. Si tratta di un insieme di lavori accomunati dalla ricerca di autonomia e libertà d’azione. Il dato sembra avvalorato dalla generale tendenza che premia seppure lievemente il lavoro nel settore privato 54% rispetto al 46% nel settore pubblico.

 

Ecco i loro racconti

I lavori collegati al tempo libero mantengono comunque percentuali alte e un posto privilegiato nel cuore dei ragazzi: “Il lavoro dei miei sogni è fare il calciatore. Il punto di forza è che mi appassiona e vorrei farlo sia nel Lecce che nella Juve: nel Lecce per giocare con la squadra che ho sempre amato e nella Juve perché ci sono calciatori fortissimi” dice Marco, 12 anni, di Reggio Calabria. Idea diversa è quella di Roberto, 14 anni, di Bari: “Il mio lavoro dei sogni è il professore di matematica. Per me la matematica si può trovare in ogni cosa infatti mi piace immaginare un mondo matematico dove i numeri compaiono anche nel taglio di una pizza o nel fare la spesa al supermercato”. L’ottimo piazzamento dei medici deriva invece dalla popolarità tra gli adolescenti delle varie serie televisive ambientate in ospedale (tra le quali risulta particolarmente diffusa Grey’s Anatomy). Bisogna invece arrivare in quarta posizione (9,8%) per incontrare ragazzi che aspirano a voler fare gli artisti (musicisti, attori, pittori, disegnatori) e in quinta posizione (7%) per trovare coloro che, in prevalenza donne, vogliono lavorare come truccatrici, estetiste, stiliste e specialiste nel settore della moda.

Quasi sempre per passione

Molto significative sono le motivazioni addotte a favore dei mestieri indicati come prima scelta. Quella più ricorrente risulta essere la passione intesa anche come vocazione che il ragazzo avverte fin da piccolo e vale il 63% dei casi. Giulio, 10 anni, di Salerno: “Il lavoro dei miei sogni è diventare una musicista di violino e pianoforte. Penso che l’emozione che si prova suonando uno strumento sia fantastica ed è sempre stata la mia grande passione”. Segue la bontà d’animo che raggiunge il 15%, intendendo con questa categoria un mix di motivazioni quali altruismo, senso di giustizia, rispetto dell’ambiente, ma anche un mix di professioni e figure adulte come l’ingegnere nucleare: Lucia, 13 anni di Matera scrive che “L’ingegnere nucleare è una professione che mi piace molto, vorrei produrre energia per tutti, per tutte le famiglie, un’energia accessibile a tutti”. In terza posizione è proprio la famiglia a farla da padrone, intesa come generica influenza sulla scelta del ragazzo (7,5%). Seguono motivazioni riconducibili alla voglia di esprimersi (7,3%), essere creativi, sentirsi liberi, relazionarsi con gli altri, viaggiare e scoprire il mondo, apprendendo le lingue, senza mai smettere di divertirsi. Giulia, di Foggia: “La recitazione mi permette di esprimere i miei sentimenti, di interpretare vari personaggi, mentre invece quando pattino mi sento libera, mi sento come se i pattini mi permettessero di volare nel cielo”, mentre la sua compagna di banco Luisa dice che “Da grande vorrei fare la giornalista. Per fare questo lavoro però bisogna saper parlare bene l’inglese e per questo sto seguendo un corso per imparare questa lingua”. Molti lavori scelti dai ragazzi non rientrano in una mera logica razionale, presentando al contrario interessanti elementi di fantasia e componenti oniriche.

Tra i non mestieri rientranti in questa categoria, degni di menzione si riscontrano: la regina d’Inghilterra e una non meglio definita mamma adottiva - Francesca, 11 anni, di Gioia Tauro scrive “Vorrei fare la mamma adottiva per dare a dei bambini una mamma”. Mentre in un caso la scelta è caduta sulla missione sacerdotale. Stefano, 10 anni Napoletano “Il lavoro dei miei sogni non è proprio un lavoro, è una passione. Da quando ero piccolo ho la passione di diventare sacerdote: a quattro anni ho iniziato a fare il chierichetto e non smetterò̀ mai di farlo.”

Per ragazzi e ragazze, i lavori non hanno più genere

In ambito scientifico le donne superano gli uomini nel settore medico battendoli 13% a 9%. La forbice di genere si allarga ulteriormente se consideriamo tutte le professioni rientranti in ambito sanitario (medici, farmacisti, personale paramedico, psicologi, veterinari) che vedono le donne al 23,2% contro l’11,7% degli uomini. Esistono poi mestieri tradizionalmente scelti dalle ragazze che sono invece preferiti dai ragazzi. Giovanni di Taranto, ad esempio, dice che: “Da grande voglio fare lo stilista perché adoro da sempre i vestiti, infatti sto sempre attento a come mi vesto. Non voglio creare abiti classici ed eleganti ma più sportivi e alla moda. Mi piacerebbe aprire il mio negozio a Los Angeles”. Sostanziale equilibrio tra uomini e donne nei settori “marketing e comunicazione” e “Horeca” ma, sebbene su valori più contenuti, anche in altre professioni e mestieri, come architetto, commercialista, ordine pubblico, professioni legali. Considerando l’aggregato delle professioni liberali e tecniche, le donne (28,6%), sebbene di poco, superano gli uomini (26,6%). Gli uomini prevalgono invece nello sport.

Dove lavorare: vicino o lontano da casa? La ricerca ha anche valutato l’influenza della centralità urbana (e del rapporto tra centro e periferia), all’interno delle rappresentazioni ottenute. Si tratta di un elemento estremamente significativo in quanto consente di valutare se esista fin da questa età̀un’associazione tra il lavoro dei sogni e l’idea di andare via o di restare nel proprio territorio. All’interno di questa frazione la quasi totalità̀ dei temi analizzati tracciano una prospettiva di lavoro lontano da casa e precisamente: il 68,5% vede il lavoro fuori dai confini nazionali, il 27% in un’altra città italiana, mentre soltanto il 4,5% sceglie di associare in modo diretto il luogo di vita attuale con quello di lavoro. Matteo, 12 anni, di Taranto dice: “Vorrei studiare in Inghilterra, negli USA o in Francia. Vorrei conoscere luoghi, persone, culture completamente estranei ed è questo quello che vorrò fare per il resto della mia vita”. Sofia ,13 anni, di Lecce, dice: “Da grande vorrei fare la dottoressa, sono indecisa su dove vorrei laurearmi e vivere, sempre in Italia, tra Lecce e Pisa. A Lecce perché́ c’è la mia famiglia, mente a Pisa perché́mi piace l’ospedale ed anche la città non è male. Sebbene associato a sentimenti positivi e di scoperta di mondi nuovi, il lavoro è raramente associato al luogo di residenza e fin da questa età si percepiscono sia la fase di studio sia quella lavorativa come un’opportunità per lasciare la città natale o quella in cui si vive. Il dato acquisisce maggiore rilevanza in provincia rispetto alle grandi città.

Differenze geografiche La ricerca restituisce anche una geografia delle aspirazioni professionali diversificata all’interno delle quattro regioni analizzate. Analizzando comparativamente le quattro regioni e soffermandosi sui valori che differenziano i vari territori, quindi al netto della passione come motivazione che prevale in tutte le regioni, emerge che in Campania si sogna di diventare imprenditori e scienziati, in Lucania prevale il sogno di diventare medico o vivere grazie alle attività sportive, in Puglia i sogni si popolano di architetti e di esperti di marketing, mentre in Calabria prevale l’aspirazione di diventare insegnanti, ingegneri e programmatori. In tutte le regioni il primo mestiere ricade nell’ampio mondo della libera professione. Non a caso i lavori che ricadono nel settore privato superano, sebbene di poco, quelli che rientrano nel settore pubblico.

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