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Società & Diritti

Lividi su volti donne potenti, virali i poster choc

Palombo, io il Banksy sociale, ma in Italia non c'è coscienza

 © ANSA
  • Redazione ANSA
  • MILANO
  • 16 gennaio 2020
  • 20:32

Le protagoniste della politica mondiale ritratte come vittime di violenza, da Angela Merkel a Brigitte Macron, tappezzano i muri di Milano dal 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ma ora le opere manifesto dell'artista aleXsandro Palombo hanno preso una nuova eco. Sui poster affissi all'ingresso dell'università degli Studi, sulla facciata del Teatro Lirico e su quella del Litta, lo slogan "Solo perché sono una donna" è accompagnata da frasi come Sono vittima di violenza domestica - Vengo pagata poco - Sono stata violentata. "Le opere sono state realizzate per il 25 novembre, se avessi usato i miei rapporti con i media per renderle note avrei scatenato qualcosa che non volevo, volevo invece vedere - spiega Palombo all'ANSA - come avrebbe reagito la città a quest'opera. Se l'avessi fatta a Londra o Parigi sarebbe stato facile, ma volevo vedere quanto tempo ci metteva qui ad arrivare alla popolarità, ed è accaduto attraverso gli stranieri di passaggio, che l'hanno resa virale". Per lui "era interessante vedere le reazioni delle persone, spesso c'è chi le reputa troppo forti, io - sottolinea - metto solo a nudo la realtà che nessuno vuole vedere, perché viviamo nel mondo social dove è costantemente alterata: ti posti a petto nudo su Instagram e sei bellissimo, poi magari hai appena pestato la tua compagna, basta vedere cosa è successo al Grande Fratello. Io con il mio lavoro ti porto la realtà e ti dico: questo è il mondo dove viviamo".
Alexsandro, 46enne pugliese con un passato come stilista, da un decennio fa arte a favore dell'inclusione e della parità di genere. "Sono stato il pioniere, nessuno - dice - all'epoca parlava di questi temi, che non vanno trattati con leggerezza, con il marketing, io cerco di creare un percorso sociale, Banksy lo fa con la politica, io con le tematiche sociali e oggi le mie opere sono iconiche e conosciute in tutto il mondo". Eppure in Italia, le sue opere sono state notate dopo quasi due mesi: "non mi interessa essere profeta in patria, l'arte sociale è sdoganata a livello mondiale, mentre noi - riflette - siamo fermi al Rinascimento e per questo fuori dal mercato". Ma non è solo questo, per Palombo, il motivo di questa attenzione a scoppio ritardato: "sulle tematiche sociali in Italia c'è pochissima coscienza sociale". Dopo aver esposto in mezzo mondo, Palombo ha deciso di fare qualcosa a Milano: "abito qui da anni e ho voluto fare un regalo alla città, senza il coinvolgimento di nessuno, in piena libertà. Ora però chiedo al sindaco Sala di prendere le opere esposte di fronte al Teatro Litta e di salvarle prima che i galleristi milanesi se ne approprino, sarebbe un gesto importante per la città e per l'arte". Le donne della politica non sono le prime ritratte come vittime di violenza: sono del 2015 Madonna con il volto tumefatto e Angelina Jolie con un occhio pesto. "Al tempo - racconta Alexsandro - la Jolie era ancora sposata con Brad Pitt, che si arrabbiò moltissimo e mi chiese di ritirare le opere, io risposi di no e, nonostante lui volesse farmi causa, lei capì il valore artistico della serie e lasciarono perdere". Le celebrità erano state scelte "per rompere il muro del virtuale in cui tutti si costruiscono un'identità parallela a quella reale. Il messaggio era che la vita non è una favola se rompi il silenzio". Con le donne della politica "faccio un passo avanti, il messaggio è: "attenzione: i primi a usare la violenza sono gli uomini di potere", come dimostrano gli attacchi alla Ocaso o a Brigitte Macron". E a chi lo accusa di essere troppo forte, Palombo risponde così: "io ho solo fermato il tempo in cui viviamo, se gli storici guarderanno queste opere tra 100 anni, ci troveranno ciò che ci circonda ogni giorno".

  • Redazione ANSA
  • MILANO
  • 16 gennaio 2020
  • 20:32

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