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Introversi e timidi unitevi, insieme si supera l’imbarazzo

Introversi e timidi unitevi, insieme si supera l’imbarazzo

Indagano il lato positivo dei caratteri chiusi manuali e community sui social

26 aprile 2019, 21:03

di Agnese Ferrara

ANSACheck

Una ragazza timida in un ambiente di lavoro foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una ragazza timida in un ambiente di lavoro foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una ragazza timida in un ambiente di lavoro foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quanto tempo resti a letto e ti chiudi in casa nei weekend? Ti senti fuori posto? Preferisci il silenzio alle chiacchiere? Non riesci a chiedere l'aumento al capo? Sei in buona e affollata compagnia. Il mondo non è solo fatto di leader e gente sicura di sé. La maggioranza è timida, introversa, che si sente perfino imbarazzata e ridicola in situazioni in cui invece gli altri paiono forti, grandi oratori e vincenti. Il mondo è pieno di persone che si sentono ‘diverse’, in perenne imbarazzo, almeno a giudicare dal numero dei manuali in ibreria dedicati al superamento della timidezza e all’analisi del lato più introverso (e positivo) del proprio carattere.

 Se il mondo è fatto di timidi che si chiudono in un silenzio costante, internet è invece diventato il terreno in cui i più introversi sciolgono le briglie della timidezza commentando e chattando ironicamente anche sul loro stato. Online ci sono comunità dedicate ai caratteri più delicati e sensibili e fra le più rinomate su Facebook c’è Introvert, Dear i cui post fra massime ironiche e approfondimenti seri sono condivisi da migliaia di persone di tutto il mondo che vi si rispecchiano. Non manca il merchandising dedicato ai timidi: in vendita online spopolano le tazze per la colazione o le t-shirt con frasi incoraggianti del tipo ‘introversi, unitevi’ o che esaltano la solitudine in casa come salvezza dal brutto mondo esterno.

Se un po’ di pace a casa propria è sacrosanta e tutti noi ci sentiamo timidi in alcune occasioni, per qualcuno essere introverso può diventare un problema serio. “Prima di imparare e scherzarci sù bisogna prendere coscienza del proprio lato più timido e capirlo, accogliendo i propri imbarazzi per superarli, soprattutto se diventano invalidanti e frenano le ambizioni facendoci rinunciare alla propria realizzazione personale e professionale, - spiega Melissa Dahl, senior editor del New York Magazine, imbarazzata di lunga data e autrice di ‘Che figura! La scienza del perché ci sentiamo ridicoli …’ (Feltrinelli editore).

“L’introverso serba segreti, ha pensieri e parole che non riesce ad esprimere e grandi idee che nessuno riesce a vedere. Si tratta di vedere che cosa succede davvero dentro di sé, di sentirsi finalmente capiti, - sottolinea una ‘riservatissima Jenn', alias Jennifer Granneman, timidissima scrittrice del Minnesota, fondatrice della community Introvert, Dear e autrice di ‘ La vita segreta degli introversi’ (Feltrinelli). Granneman porta avanti la ‘Quiet revolution’ con la missione di esaltare il lato positivo degli introversi che sanno tacere in un mondo fatto di chiacchiere. Quindi smonta alcuni luoghi comuni che vogliono gli introversi come maleducati, asociali, privi di passioni, con un brutto carattere, troppo timidi, mai buoni leader e che non sanno divertirsi. Nulla di più sbagliato. “Non è detto che chi tace acconsente né che conta meno di chi invece si fa sentire, - sentenzia l’autrice che punta ad accompagnare i più riservati ad essere fieri di ciò che sono, assecondando la propria natura anziché contrastarla.

Ha metodi meno felpati Gerry Grassi, psicologo, ipnotista, ospite ed esperto in alcune trasmissioni televisive dedicate ai rapporti di coppia, in onda su Sky e sul canale Nove. A chi si sente a disagio in mezzo alla gente, a chi si sente paralizzato dalle paure o insoddisfatto di sé risponde col metodo ‘Astro’ (Attenzione, strategie,tempo, risoluzione,ostacoli) per affrontare e risolvere l’impasse. Compongono il metodo esercizi pratici non convenzionali per risolvere da sé e in tempi rapidi i blocchi principali. Li descrive nel manuale ‘Autostima fai da te’ (Rizzoli editore) e vanno dal comporre liste di ciò che è percepito come negativo e fonte di rinuncia o abbandono, al rispondere a domande e comporre schemi di azione.

 

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