Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Società & Diritti

Millennials troppo connessi, i nativi digitali lavorano sempre, è allarme workhaolism

3 su 10 lavorano anche in bagno. 39% sarebbe disposto a lavorare in vacanza

Anche sott'acqua non si smette di controllare lo smartphone! foto iStock. © Ansa
  • Redazione ANSA
  • 13 marzo 2019
  • 17:40

Il dilatarsi del tempo dedicato al lavoro e l’assottigliarsi delle ore di libertà sono diventati temi sempre più critici, soprattutto per la generazione dei millennials, cresciuta in un’epoca che ha visto aggiungersi a questi problemi l’egemonia della tecnologia e la costante presenza sui social network durante la giornata. Fattori che hanno determinato il delinearsi di uno scenario fortemente stressante e negativo, confermato da uno studio americano pubblicato su Forbes, secondo cui il 66% dei nativi digitali ha ammesso di sentirsi affetto da “workhaolism”, termine coniato nel 1971 dal ministro e psicologo Wayne Oates e che indica “la compulsione o l'incontrollabile necessità di lavorare incessantemente”.

Ma non è tutto, perché dalla ricerca è emerso anche che il 63% dei millennials ha rivelato di essere produttivo anche in condizioni di malattia, il 32% di lavorare addirittura in bagno e il 70% di rimanere attivo persino nel weekend. E ancora, secondo sondaggio pubblicato su Washington Examiner, il 39% dei nativi digitali sarebbe disposto a lavorare perfino in vacanza, all’interno di una vera e propria “workcation”.

Ma cosa fare per combattere questa forma di dipendenza? Gli esperti consigliano di perseguire un equilibrio consapevole fra i vari aspetti della vita, trovare un mentore che possa trasferire la propria esperienza e concedersi una pausa costruttiva al termine di ogni giornata lavorativa, ricordandosi che la qualità del proprio benessere psicofisico è insostituibile. “Nei geni dei giovani digitali è insita l’attitudine all’utilizzo di ogni apparato tecnologico che permetta una connessione al mondo, senza bisogno di spostarsi dal proprio ufficio e dalla propria casa. Ciò comporta un cambiamento della percezione del tempo e uno stato di trance che li fa diventare incoscienti. Me lo raccontano spesso i genitori dei ragazzi, facendo un amaro confronto con la generazione precedente”, spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obiettivi.

Vai al Canale: ANSA2030
Modifica consenso Cookie