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Alessandro Michele: "così cambia Gucci. E a settembre niente sfilate"

Alessandro Michele: "così cambia Gucci. E a settembre niente sfilate"

Il designer spiega la rivoluzione slow: "non sono un disertore ma un cospiratore"

25 maggio 2020, 20:49

di Gioia Giudici

ANSACheck

Milan Fashion Week, Gucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milan Fashion Week, Gucci - RIPRODUZIONE RISERVATA
Milan Fashion Week, Gucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non sono un disertore, ma un cospiratore" premette Alessandro Michele, incontrando la stampa in videoconferenza per parlare della rivoluzione immaginata per Gucci durante il lockdown e anticipata via Instagram con una serie di pensieri intitolati 'Appunti dal silenzio' nati dall'esigenza di "restituire giustizia al tempo creativo". Di qui la decisione di "eliminare tre appuntamenti" perché "fare 5 show non è più accettabile (2 per l'uomo, 2 per la donna e 1 cruise ndr)".
E dove sta la cospirazione? Consapevole dell'importanza del gruppo per cui lavora, Michele auspica che il suo intervento, e la scelta condivisa con Marco Bizzarri, siano "l'ouverture per una conversazione". Partendo dalla consapevolezza che rallentare potrebbe essere "ossigeno anche per i piccoli, perché il sistema permette di correre solo ai grandi". Ecco quindi che, uscire dal ciclo ipertrofico delle sfilate cruise pre fall e via dicendo, "non è una diserzione - ribadisce il direttore creativo - ma un invito". "Non ne ho parlato con altri brand, nella moda purtroppo non c'è grande dialogo, ma c'è rispetto reciproco, io ho detto ciò che farò, aspettandomi un'aggregazione virtuosa".
In pratica, ci saranno due appuntamenti l'anno in cui ci sarà - risponde lo stilista a chi gli chiede se pensa a sfilate coed "tutto l'umano che potete immaginare". E, a questo proposito, anticipa che sul sito del brand ci sarà uno spazio MX che ospiterà parte della collezione genderless. Sempre nello spazio virtuale, finché il distanziamento lo impone, a luglio "usciremo con qualcosa che non si chiamerà cruise ma epilogo, che conterrà segni per un futuro prossimo". L'epilogo, sorta di chiusura dell'ultimo show, dove Michele aveva portato a vista i preparativi di una sfilata, sarà un racconto interpretato non da modelli, ma da ragazzi che lavorano con lui. Niente sfilate a settembre: "non posso fare una corsa per essere pronto" e quindi "saremo leggermente dopo", si spera "in spazi reali" e comunque "non quando pare a me perché questo è un sistema enorme". Ed è a questo sistema che Michele dice: "mi piacerebbe che tutti capissero che fare cinque show è impossibile". Una posizione condivisa da un altro big come Giorgio Armani, che già a inizio pandemia aveva detto che avrebbe rallentato per tornare a dar valore alla creatività.
Pensieri simili a quelli di Dries Van Noten e altri colleghi, che in una lettera aperta hanno toccato gli stessi concetti, poi sottolineati da una nota congiunta delle camere della moda inglese e americana.
E ora, il colosso Gucci, che non intende uscire dal sistema ma che ha deciso di rallentare e "vorrei - è l'augurio di Michele - che qualcuno si sentisse di farlo insieme a noi". Anche per restituire valore a tutto ciò che in passato abbiamo dato per scontato: alle stagioni, con l'autunno e la primavera come assi portanti dei due show, e ai vestiti, "per costruire un futuro dove le cose abbiano più tempo". E per questo nell''epilogo' di luglio non ci saranno solo le novità, ma anche le "cose belle appese nei negozi", dove in passato restavano a malapena un paio di settimane. Tutto questo deve cambiare: basta corse contro il tempo che schiacciano la creatività, basta aerei per inseguire show da un capo all'altro del pianeta, basta a termini che non corrispondono più all'oggi come cruise o prefall. Per questo nuovo inizio servono nuove parole, e Michele le prenderà in prestito dalla musica: non più precollezioni ma sinfonie, madrigali e via dicendo. Che risuoneranno non nel vuoto, perché "non me ne voglio andare, non voglio uscire dal sistema". E quindi "ci sistemeremo dove ci sono altre persone".
Se l'esigenza di rallentare è stata sentita un po' da tutti, "da qualche parte bisogna iniziare e non penso sia banale - conclude, cosciente di essere alla guida creativa di uno dei marchi del lusso più influenti al mondo - non fare più cinque show".

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