CARRARA (MASSA CARRARA) - Forte aumento dei quantitativi di pietra naturale commerciati nel mondo ma riduzione dei valori con conseguente calo del valore medio unitario di ogni tonnellata esportata oggi pari a 267 euro per tonnellata. E' quanto rileva il report 'Stone sector 2018 - Trade and innovation', elaborato da Imm e presentato oggi a Carrara (Massa Carrara) in occasione di MarmotecHub 4.0.
Lo studio evidenzia il ruolo della Cina, principale player mondiale sia sul lato dell'offerta di materiali lapidei con una quota di mercato del 34,4%, seppur in calo rispetto al 2016, sia sul lato della domanda con un import che nel 2017 ha toccato il valore di quasi 2,4 miliardi di euro (+25,5% rispetto al 2016) superando gli Usa che invece registrano un calo della domanda. Se l'export cinese di pietra naturale mostra un calo del 19%, aumenta moltissimo produzione e vendita sui mercati internazionali di pietra artificiale: secondo i dati della China stone association l'esportazione nel 2017 ha raggiunto 1,15 miliardi di dollari e 650.000 tonnellate. I primi mercati di sbocco per la pietra artificiale cinese sono gli Usa seguiti dal Canada, Regno Unito e Brasile.
Tra i mercati ad alta crescita della domanda per il 2018 Stone sector mette poi in evidenza Paesi Bassi, Filippine, Slovenia e Nuova Zelanda. Riguardo all'Italia presentano ottime opportunità di crescita della domanda dei materiali italiani il mercato cinese, quasi esclusivamente per il materiale grezzo, e quello algerino. Sull'export dei lavorati l'Italia registra un considerevole calo, legato in particolare alla contrazione della domanda Usa. Il distretto di Verona e quello Apuoversiliese, rispettivamente primo e secondo per export di lavorati in pietra ornamentale, subiscono questo calo in maniera simile registrando entrambi un -6% nel 2017. In calo anche l'import italiano non facendo prospettare un trend positivo per gli ordini ma comportando un leggero aumento del saldo commerciale.
A fronte del dato relativo alla diminuzione dei lavorati, Imm rileva come la creazione di un marchio identificativo del marmo di Carrara - fortemente voluto da Comune, Cciaa e imprenditori, così come la formazione per gli architetti "sono un valore aggiunto imprescindibile: portare a conoscenza dei progettisti il know-how italiano fa valere la differenza, anche nella lavorazione, del Made in Italy sul prodotto indiano o cinese".
In collaborazione con:
Carrara Fiere