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  • 'Composizione' di Mirò top lot asta Bolaffi Arti Novecento
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'Composizione' di Mirò top lot asta Bolaffi Arti Novecento

Autenticato all'Adom di Parigi, ha una stima di 40-60 mila euro

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TORINO - Si intitola 'Composizione' la tecnica mista su carta, top lot della vendita di Arti del Novecento di Aste Bolaffi, in programma il 6 novembre a Torino. L'opera porta la firma di Mirò e, al verso, una dedica al collega giapponese Isami Hishida ed è datata intorno al 1965, periodo di piena maturità dell'artista catalano. Con una stima di 40-60 mila euro, è accompagnata da un certificato fotografico dell'Adom (Association pour la défense de l'uvre de Joan Miró) di Parigi.
La presenza della dedica, 'Pour Isami Hishida, amicalement, Miró', testimonia il tributo dell'autore surrealista all'arte giapponese. L'estremo Oriente, e il Giappone in particolare, hanno sempre esercitato un fascino innegabile sugli artisti occidentali: da Manet ai pittori impressionisti e tanti esponenti dell'Arte del XX secolo, tra cui Miró che si lascia affascinare dal tratto grafico, dal segno, dall'uso del colore dell'arte orientale, prima studiandola da lontano e poi andando a scoprirla in loco nel 1966 durante un viaggio in Giappone. Al suo ritorno, influenzato dai nuovi temi e dai paesaggi, realizzerà molte opere tra cui 'La Japonaise'.
Il maestro catalano è accomunato al destinatario di questa piccola e inedita 'Composizione', Isami Ishida, esponente di un astrattismo spesso limitato all'uso della carta come supporto privilegiato, dalla tecnica e dai materiali utilizzati. Scrive il poeta Jacques Dupin, presidente dell'Adom di Parigi, spiegando il legame con questa arte raffinata: "Le linee grafiche utilizzate da Mirò si possono interpretare come gesti calligrafici su delle macchie dal colore intenso". In questa composizione si nota quindi un omaggio non solo a un collega, ma a un'intera cultura artistica e a un Paese talmente lontano da rappresentare un mito cui ispirarsi, cui guardare per rinnovarsi. Nello stesso tempo anche dal Paese del Sol Levante si guardava con interesse all'opera di Mirò, la cui prima critica giapponese risale all'esposizione surrealista di Tokyo del 1937, ad opera dell'artista Shz Takiguchi, con il quale il catalano collaborerà a più riprese negli anni Sessanta.

In collaborazione con:
Bolaffi

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