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Sfida di retorica a Poggioreale

Sfida di retorica a Poggioreale

#guerradiparole con studenti a Napoli su reddito di cittadinanza

ROMA, 04 maggio 2018, 14:56

Redazione ANSA

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È stata la squadra dei detenuti a vincere la terza edizione della #GuerradiParole 2018. L'evento si è tenuto questa mattina a Napoli presso il carcere di Poggioreale e ha visto duellare i detenuti di Poggioreale e gli studenti dell'Università Federico II sul tema del reddito di cittadinanza. L'iniziativa, giunta alla terza edizione, è stata sostenuta per il secondo anno consecutivo da Toyota Motor Italia ed è organizzata da PerLaRe, Associazione Per La Retorica. Sono partner del progetto anche la Crui, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, la Casa Circondariale Napoli Poggioreale e l'Università Federico II, insieme all'Unione Camere Penali Italiane - Osservatorio Carcere UCPI e Carcere Possibile Onlus.
    "La Guerra di Parole - ha raccontato il detenuto Salvatore - è stata un'esperienza bella e importante. Mi ha fatto sviluppare il senso di responsabilità. In carcere, poi, è fondamentale non stare lì a oziare, bisogna darsi da fare. Imparare cose nuove. È importante per sopravvivere". La Guerra di Parole "E' un gioco che ha lo scopo di rimettere al centro l'arte della retorica - ha spiegato Flavia Trupia, presidente di PerLaRe-Associazione Per La Retorica - come strumento per affermare e difendere le proprie idee. Allenarsi all'uso dell'eloquenza è importante sia per gli studenti sia per i detenuti. I primi sono chiamati a sostenere esami, presentare la tesi e sostenere colloqui di lavoro. I secondi dovranno ricostruire la propria vita e imparare a cogliere nuove opportunità, sostenendo le proprie ragioni solo con lo strumento pacifico della parola. La Guerra di Parole è un modo per preparare studenti e detenuti alle sfide della vita e del lavoro".
    "Per me è la prima volta - ha dichiarato Mauro Caruccio, Amministratore Delegato Toyota Motor Italia - e sono particolarmente colpito dall'uso di questo tipo di dialettica.
    Un tema su cui si dibatte e che mette a confronto persone opposte, diverse tra loro, che alla fine, insieme, creano valore e cambiano le cose". Per gli studenti universitari l'iniziativa ha rappresentato un momento importante: "Il motivo per cui ho deciso di partecipare è stato quello di poter dare voce a chi non ce l'ha - ha affermato Annagioia -, è stato un vero e proprio scontro tra educazione e rieducazione, è stata molto bella come esperienza, bella soprattutto dal punto di visto umano". I detenuti e gli studenti si sono preparati all'incontro con quattro incontri formativi sui temi dell'oratoria e del linguaggio del corpo. Le due squadre, composte da 20 persone ciascuna, hanno scelto autonomamente i loro portavoce che si sono "scontrati" per 20 minuti ciascuno.
   

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