Dalle commemorazioni vere e proprie
agli appuntamenti con i più giovani, in particolare studenti e
scout. Sono varie le iniziative organizzate dalla Prefettura di
Caserta nel decennale della stagione del terrore firmata dal
gruppo di fuoco dei Casalesi guidato da Giuseppe Setola, che nel
Casertano costò 18 morti, tra cui imprenditori che avevano
denunciato gli estorsori del clan, parenti di pentiti, e ben sei
immigrati ghanesi della cosiddetta strage di San Gennaro; "una
serie di iniziative - spiega il prefetto Raffaele Ruberto - che
servono non solo a ricordare gli avvenimenti tragici di dieci
anni fa, ma anche a ribadire da un lato che la guerra camorra
non è ancora vinta, e che denunciare i camorristi paga e non è
poco conveniente, e mi riferisco soprattutto gli imprenditori.
Le iniziative serviranno anche a far capire alle giovani
generazioni, ovviamente ai tanti studenti che vogliamo
coinvolgere, il valore aggiunto del rispetto della legalità, e
quanto sia importante conoscere il fenomeno mafioso per poterlo
contrastare". Si parte il 12 maggio a Santa Maria Capua Vetere
con l'aperitivo di solidarietà con studenti e scout che si terrà
nel cortile antistante la fabbrica di materassi di Pietro Russo,
data alle fiamme dalla camorra casalese il 13 maggio, quando la
stagione del terrore era appena iniziata con il delitto di
Umberto Bidognetti (2 maggio 2008), padre del pentito Domenico,
e zio diretto del capoclan Francesco Bidognetti. Russo fu punito
per aver denunciato e fatto condannare per estorsione 16
esponenti del clan dei Casalesi, tra cui Augusto Bianco, stretto
parente di Bidognetti e reggente del clan a metà degli anni
2000. "E' stato il primo imprenditore casertano a denunciare il
clan dei Casalesi" ha detto Tano Grasso, presidente del Fai,
presente in prefettura. Russo, da anni sotto scorta, continua ad
operare con la sua azienda con i figli e i parenti più stretti.
"Ma la gente - ammette - quando viene a comprare non lo dice in
pubblico. C'è ancora tanta paura tra i cittadini di mostrare
solidarietà aperta nei miei confronti". Il 16 maggio si
ricorderà la morte di Domenico Noviello, il proprietario di
autoscuola massacrato da Setola e soci per aver fatto condannare
alcuni estorsori; luogo dell'evento Castel Volturno, nella
piazza intitolata dove l'imprenditore fu ucciso e che gli è
stata intitolata. Ci sarà poi un dibattito nella sede del Fai
con Ruberto e il Commissario Antiracket Cottaia. L'11 luglio, al
lido la Fiorente di Varcaturo, località balneare di Giugliano
(Napoli), è prevista la commemorazione con aperitivo di
solidarietà di Raffaele Granata, il titolare dello stabilimento
ucciso perché aveva messo alla porta gli emissari mandati da
Setola. Il 12 settembre, a San Marcellino, sarà infine posta la
lapide in memoria dell'imprenditore Antonio Ciardullo e del
dipendente Ernesto Fabozzi, uccisi nell'officina del primo; dopo
è in programma un incontro in una scuola di Parete.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA