"Portare la disabilità fra la gente
comune, rivendicando con orgoglio il diritto di essere cittadini
tra i cittadini". Con queste parole d'ordine il Disability Pride
ha scelto per la prima volta Roma come sede italiana per
l'evento (si tiene in contemporanea anche a New York e
Brighton), nel quale hanno sfilato le principali associazioni di
settore, da Luca Coscioni a Parent Project fino a Un Parco per
tutti, al fianco degli organizzatori del Disability Pride Onlus
in collaborazione con la Fondazione Anmil. Un corteo con alla
testa lo striscione 'Non ti arrendere' è partito nel pomeriggio
da Piazza Venezia, sotto il sole ancora caldo, per sfilare fino
a Piazza del Popolo, dove diversi artisti che hanno aderito
all'iniziativa sono saliti sul palco già allestito. Il mondo
politico si è unito all'iniziativa, a partire dal sindaco
Virginia Raggi che ha concesso gli spazi, passando per l'ex
presidente della Camera, Laura Boldrini, mentre comunicati
bi-partisan di Pd e M5s si sono susseguiti nel pomeriggio.
L'Associazione Luca Coscioni, per mezzo del suo vice presidente
Marco Gentili, politico malato di Sla, ha sottolineato che
"tutte le persone dovrebbero poter accedere alle cure, al
lavoro, alla mobilità e a una vita indipendente, all'espressione
e alla costruzione di una famiglia. Vi chiediamo di fare di più,
dal dovere di garantire a tutti pari diritti, all'accessibilità
delle città, fino al consentire l'espressione della volontà, e
al fornire a tutti le protesi e gli strumenti necessari per
condurre una vita indipendente". Uffici e scuole difficilmente
accessibili, spiagge 'proibite' e mezzi pubblici impraticabili
rendono la vita delle persone con disabilità, ovvero circa una
su sei, una corsa ostacoli di cui non si vede il traguardo. Sono
queste le barriere architettoniche e spesso culturali che
impediscono ai disabili di vivere in autonomia l'obiettivo
contro il quale si muove il corteo: perché che si tratti di
anziani non autonomi, persone che hanno avuto ictus, mutilati,
ciechi o sordi, una persona su 6 ha una qualche forma di
disabilità. I loro diritti dovrebbero esser tutelati dalla
Convenzione Onu ratificata dall'Italia nel 2009, ma di fatto
ancora ampiamente disattesa. "Sebbene l'attuazione della
Convenzione Onu sia fondamentale per l'inclusione delle persone
con disabilità nella società -, ha sottolineato Carmelo Comisi,
presidente della Disability Pride Onlus -, è necessario anche un
cambiamento culturale che passa per la conoscenza, da parte
della gente comune, del mondo della disabilità, con le sue varie
sfaccettature".
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