L'anno accademico è ormai alle porte.
In molte università, tra meno di un mese, riprenderanno le
lezioni. La scelta più importante - quella della facoltà in cui
studiare - le future matricole l'hanno già fatta. Ma ce n'è
un'altra altrettanto importante che, in queste settimane,
accomuna i nuovi iscritti a tutti gli altri ragazzi che hanno
deciso di frequentare un corso di laurea lontano dal luogo
d'origine: la casa. Gli studenti che studiano fuori dalla
regione d'origine, secondo i più recenti dati Miur elaborati da
Skuola.net, sono 421.000. Ovvero il 25% della popolazione
universitaria. Senza contare gli spostamenti all'interno della
stessa regione.
Gli studenti lamentano anche quest'anno il caro affitti:
"per il quinto anno consecutivo si assiste ad un aumento
vertiginoso degli affitti universitari, pari al 6%, che troppo
spesso costringono migliaia di studenti e studentesse a dover
compiere enormi sacrifici o addirittura ad abbandonare gli
studi", dice Camilla Guarino, coordinatrice nazionale di Link.
Secondo i dati di Link, coordinamento universitario, se a Milano
per una stanza singola si raggiunge la cifra folle di 575 euro
mensili di media (+2%), a Roma si pagano ancora oltre 400 euro
mensili (+6%), a Torino 360 euro (+25%) e a Firenze 358 euro
(+12%), con aumenti simili registrati anche a Bologna, Padova,
Pavia, Genova, Cagliari, Catanzaro e altre città. "Di fronte a
questa situazione non vi sono agevolazioni né politiche
pubbliche per aiutare gli studenti a pagarsi una stanza,
lasciati troppo spesso in balia della speculazione immobiliare,
di stanze troppo piccole e di contratti inadeguati alle loro
esigenze", denuncia Guarino.
I posti offerti negli studentati pubblici non arrivano a
40.000 unità. Tanto è vero che, secondo una ricerca del portale
Skuola.net - che ha coinvolto 650 studenti fuorisede (nuovi e
vecchi) - ad oggi circa 2 su 3 non hanno ancora un tetto sulla
testa per il prossimo anno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA