Non possono essere solo italiani i
mediatori culturali, destinati ad operare all'interno del
sistema carcerario per facilitare i rapporti con i detenuti
stranieri. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che, su
ricorso di Asgi (Associazione studi giuridici
sull'immigrazione), Avvocati per niente e di una cittadina
spagnola ha bocciato il bando di concorso promosso a febbraio
dal Ministero di Giustizia per l'assunzione di 15 mediatori
culturali per i quali era previsto il requisito della
cittadinanza italiana.
Un decreto prevede infatti che tutti i posti di lavoro del
Ministero della Giustizia (oltre a quelli del Ministero della
Difesa, degli Interni e delle Finanze) siano riservate ai
cittadini italiani. Ora il Ministero, come ordinato dal giudice,
dovrà riaprire il bando e, spiegano le associazioni, procedere
alle prove solo dopo aver dato anche agli stranieri (purché
cittadini Ue oppure lungosoggiornanti, titolari di protezione o
familiari di cittadini UE) la possibilità di presentare domanda.
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