(di Paola Mentuccia)
Lo stabilimento balneare Village, al
lido di Ostia, torna ad accogliere i cittadini. Appartenuto al
clan Fasciani, l'enorme complesso alla moda sul Lungomare Paolo
Toscanelli, sequestrato a luglio 2012, ha riaperto dopo una
lunga storia di illegalità, favorendo anche l'occupazione dei
giovani del luogo.
"È la prima volta che è stata sequestrata un'attività con la
richiesta della Procura di associazione a delinquere di stampo
mafioso, quindi del 416 bis, nel Lazio", spiega l'amministratore
giudiziario Angelo Enrico Oliva che lo ha preso in carico
insieme con la collega Francesca Sebastiani. Negli ultimi anni,
lo stabilimento è passato a varie gestioni ed è finito nelle
mani di una associazione di imprenditori ma durante la gestione
sono intervenute altre compagini societarie: "hanno fatto una
serie di passaggi societari che io e la mia collega abbiamo
studiato - racconta Oliva - e ci siamo accorti che erano
riconducibili a società non note alla Procura".
L'11 maggio scorso, i due curatori sono quindi entrati in
possesso della struttura, che è stata riaperta poco dopo. "Nello
sgombero - spiega Francesca Sebastiani - ci siamo accorti della
presenza di due contratti che abbiamo ripreso nell'immediatezza
ma soprattutto dell'importanza del sito: da qui la decisione, di
concerto anche col nostro Tribunale di misure di prevenzione, di
proseguire l'attività dell'azienda".
Oggi lo stabilimento Village rispetta tutti i criteri di
legalità e di correttezza contributiva, restituendo ai cittadini
di Ostia un bene che assume anche il ruolo di esempio positivo
nella lotta alla mafia e nelle procedure di riuso di beni
sequestrati ai clan. "Questo ha comportato, ovviamente, assumere
nuovo personale autoctono, mettere in piedi il bar e il
ristorante in pochissimo tempo, convincere gli abbonati a
mantenere il rapporto con noi, che è stato complicato perché era
una clientela che ha subito tutte le oscillazioni anche negative
di tutto questo periodo", sottolinea Sebastiani. "Tutto questo
lavoro è stato importante perché non è solo un segnale positivo,
è un fatto: con grande impegno, con grande motivazione e senza
timore si può ripristinare la legalità".
"Io vengo a questo stabilimento da quando avevo due anni",
racconta una ragazza di Ostia che da questa stagione è impiegata
allo stabilimento Village. "Ho assistito al cambiamento prima in
negativo e ora in positivo: ricordo che prima determinate cose
non le potevi dire, che se stavi sotto l'ombrellone dovevi
parlare a bassa voce, non eri libera di dire il tuo pensiero".
Correva voce che la struttura fosse dei Fasciani ma i clienti,
secondo la ragazza, "non se ne rendevano bene conto". Del resto,
il Village era soltanto una serie di attività del clan sul
litorale. "Dopo determinati eventi - dice ancora - abbiamo
capito quello che effettivamente c'era dietro questo
stabilimento. Ora sono molto contenta perché questa gestione
pulita è una dimostrazione per clienti che le cose possono
cambiare". "Prima non veniva fatturato nulla. Ti chiedevano
l'acconto e ti davano dei fogliettini, quando te li facevano.
Ora invece è tutto limpido e pulito - aggiunge una giovane
signora, da anni abbonata alla struttura nella stagione estiva -
Essendoci un tribunale, poi, ti senti più tutelata perché se
succede qualcosa sai con chi parlare e sai che ti ascoltano.
Credo si possano avere aziende pulite ad Ostia. E lo spero
tanto, davvero tantissimo".
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