Scadenti condizioni materiali e
igieniche delle strutture per i migranti, scarsa trasparenza e
mancanza di un sistema di registrazione degli eventi critici,
assenza di una procedura di reclamo per far valere violazioni.
Sono alcune delle principali carenze messe in luce nella
relazione annuale dal Garante delle persone detenute e private
della libertà presentata al Parlamento. A distanza di poco più
di un anno dall'entrata in vigore del decreto Minniti, che
puntava a passare da una disponibilità di circa 400 posti
distribuiti nei 4 centri in funzione al momento dell'entrata in
vigore della norma (Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta) a
una capienza di complessivi 1.600 posti, "va purtroppo rilevato
- riferisce il report - che le rinnovate espressioni di impegno
a favore dell'assoluto rispetto dei diritti fondamentali sono
rimaste dichiarazioni di principio, cui non ha fatto seguito un
effettivo miglioramento delle condizioni di vivibilità e/o una
diversa impostazione organizzativa delle strutture".
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