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Fase 2: cicloturismo, stima +26% presenze nel 2020

Rapporto Unioncamere e Legambiente, previsti 26 milioni di pernottamenti

Redazione ANSA ROMA

Il cicloturismo può essere una componente importante per sostenere la ripresa del turismo e per fruire delle bellezze dei territori italiani all'insegna dell'Ambiente e della Sostenibilità: esprime i caratteri distintivi della Low Touch Economy - sicurezza, salute, distanziamento, corto raggio - ed è un candidato d'eccellenza alle esigenze di "nuova normalità" per il superamento dell'emergenza coronavirus. Lo dicono Isnart-Unioncamere e Legambiente alla luce dei risultati del rapporto 2020 che hanno elaborato sulle tendenze e l'economia del cicloturismo in Italia. Nel 2019 sono stati stimati 20,5 milioni di pernottamenti di cicloturisti italiani, dunque quest'anno considerando anche dei brevi soggiorni autunnali (due/tre giorni) a fine 2020 si raggiungerebbero le 25,9 milioni di presenze (+26%).

In Italia nel 2019 sono state vendute 1,7 milioni di biciclette (3 al minuto), e quasi 2 milioni di italiani la usano come mezzo di trasporto quotidiano. Nel 2019, il cicloturismo - comprendendo turisti italiani e stranieri - ha generato quasi 55 milioni di pernottamenti, corrispondenti al 6,1% del totale e generando una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro, pari al 5,6% del totale, di cui 3 miliardi generati dalla componente internazionali dei turisti, dice il rapporto. La spesa media giornaliera pro capite del cicloturista si attesta intorno ai 75 euro. Il Trentino-Alto Adige è la regione che da sola intercetta la fetta più consistente (30% del totale) dell'intero flusso mentre le ciclovie più gettonate sono Trieste - Lignano Sabbiadoro -Venezia (43%), Ciclovia del Garda (43%), Ciclovia Tirrenica "Liguria-Toscana-Lazio" (29%), Ciclovia Adriatica (29%) e Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese (29%).

L'utilizzo della bicicletta - continua il rapporto - consente di risparmiare l'emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, rappresenta una risposta ideale al bisogno di rigenerarsi dopo una fase di disagio. La bicicletta garantisce un naturale distanziamento fisico ed adattabilità e versatilità in contesti di qualsiasi tipo ed è particolarmente adatto ad un turismo di prossimità.

I dati relativi allo scorso anno 2019 indicano che il cicloturismo predilige il corto raggio: i cicloturisti - spiega il rapporto - tendono a muoversi nella stessa area di residenza o, al più, in quelle limitrofe; i turisti in bicicletta in Lombardia ed Emilia-Romagna prediligono destinazioni di prossimità, mentre veneti e toscani arrivano a spingersi a Sud raggiungendo Sicilia e Calabria.

Per quanto riguarda i turisti internazionali, tedeschi ed austriaci si concentrano in Trentino, i francesi si distribuiscono più o meno equamente tra Lombardia, Trentino e Sardegna (che è il terzo mercato di riferimento anche dei britannici). Secondo i tour operator specializzati in cicloturismo, il pacchetto medio corrisponde a 7 notti, per un valore di circa 900 euro, e può essere itinerante o a base fissa. Il peso del cicloturismo sulla domanda turistica complessiva dell'Italia è in media il 6%, mentre nelle regioni a più alta vocazione cicloturistica l'incidenza è notevolmente più marcata, del 15%-20%.

"Nell'attuale situazione di crisi determinata dall'emergenza Covid-19, occorre ricercare anche prospettive di opportunità - dichiara Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart -, e lo sviluppo del cicloturismo è sicuramente tra queste. È quindi importante introdurre incentivi alla smart mobility e agli acquisti di mezzi di mobilità alternativa".

"Le cifre del rapporto - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, come il cicloturismo possa rappresentare una risposta utile alla crisi. È utile dal punto di vista sanitario, per le distanze e l'attività motoria, dal punto di vista ambientale, e all'economia. E infine è utile per fare rete sui territori".

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