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Appalti 'verdi', oltre metà dei Comuni non applica eco-criteri

Muroni (LeU), i Cam fronte strategico, c'è ancora molto da fare

Redazione ANSA ROMA

Il 55% dei Comuni non applica i Criteri ambientali minimi (Cam) in nessuna categoria merceologica. Questo il quadro delineato dal primo report di monitoraggio sull'applicazione dei Criteri minimi ambientali - diventati obbligatori dall'articolo 34 del Codice degli appalti - nelle procedure di approvvigionamento dei Comuni appartenenti all'associazione 'Comuni virtuosi' che ha messo a punto lo studio insieme con la società di consulenza Punto 3, e con il supporto del consorzio Ecopneus e Sumus Italia. La ricerca riguarda le procedure di 40 Comuni su 102 totali (riferite al 2017). Emerge che la percentuale di bandi contenenti i Cam è del 21%, e che il 34% della spesa complessiva ne prevede l'applicazione. 

 "Per favorire uno sviluppo più equo e sostenibile - osserva la deputata di LeU Rossella Muroni - servono politiche adeguate e coerenti, occorre orientare l'innovazione verso l'efficienza e il futuro, così come è necessario indirizzare la spesa pubblica verso la green economy. Per questo è importante che il nuovo Codice degli appalti abbia previsto l'obbligo dei Criteri ambientali minimi per gli approvvigionamenti degli enti pubblici. Un fronte strategico su cui stiamo facendo passi avanti ma sul quale c'è ancora molta strada da fare". "Il nostro obiettivo - continua Muroni - è supportare e portare tutte le amministrazioni ad applicare i Cam. I criteri ambientali minimi devono inoltre diventare determinanti nell'aggiudicazione dei bandi anche in settori come i mezzi di trasporto, il verde pubblico e l'edilizia. Perché lo sviluppo sostenibile riguarda tutta l'economia, non solo alcuni settori".

Guardando ai bandi - viene spiegato nella ricerca - per gli appalti che di questi criteri 'verdi' tengono conto rispetto al totale dei bandi di settore, quelli in cima alla classifica per settore riguardano la fornitura di carta per ufficio (60%), il servizio di ristorazione (50%), le apparecchiature elettriche ed elettroniche per ufficio (43%), gli arredi (43%) e il servizio di gestione dei rifiuti (42%). In cima alla classifica, in valore assoluto, del maggior numero di bandi aggiudicati con i Cam ci sono i prodotti elettrici ed elettronici con 26 bandi. Si ferma al 6% la percentuale di applicazione dei Cam rispetto all'acquisto di veicoli per il trasporto su strada; al 6% anche quelli legati ai servizi di gestione del verde pubblico (6%); al 5% quelli per l'edilizia.

"L'appuntamento di oggi conferma quanto emerso dal report. Affinché la legge sui Cam trovi effettiva applicazione - afferma Marco Boschini, coordinatore dell'associazione dei Comuni virtuosi - occorre una visione di insieme. Serve senso di responsabilità e convergenza di vedute". "Nella mia esperienza da sindaco - rileva Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per LeU - ho sempre trovato una sensibilità forte sul tema. Questa legge di Bilancio ha lasciato da parte le politiche ambientali, nonostante le aperture inizialmente arrivate dal governo. Il report presentato oggi deve essere uno stimolo per il Parlamento a prendere una precisa direzione". "La nostra rete di oltre 115 Comuni - dice Elena Carletti, presidente dell'associazione Comuni virtuosi - raccoglie esperienze geografiche e culturali diverse ma unite dalla voglia di tenere insieme politiche ambientali virtuose. La contaminazione è una parola chiave per la nostra rete, aperta a adesione di altri Comuni, idee e progetti".

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