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Manovra: Brambilla, ridurre l'Iva al 10% per le visite veterinarie

Deputata Fi, come propone il governo spagnolo

Redazione ANSA ROMA

La deputata di Forza Italia e presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, Michela Vittoria Brambilla, chiede la riduzione dell'Iva al 10% sulle prestazioni veterinarie, come propone il governo spagnolo: la misura produrrà minori entrate per 35 milioni di euro, da compensare con i proventi della tassazione ambientale.
    "Ho pronto un emendamento, che proporrò di introdurre nella manovra, per abbassare quantomeno al 10 per cento l'Iva sulle prestazioni veterinarie (oggi sottoposte all'aliquota massima)" dice commentando la misura della Spagna. "Del ruolo sempre maggiore che il rapporto con gli animali d'affezione ha nella nostra vita quotidiana - avverte l'onorevole Brambilla - lo Stato purtroppo si ricorda soprattutto quando si tratta di far cassa: alle cure veterinarie si applica l'aliquota Iva massima, mentre le detrazioni previste sono così basse da rasentare l'irrilevanza, praticamente una presa in giro. Già nella scorsa legislatura - prosegue la parlamentare - primi tra tutti avevamo denunciato questo stato di cose, individuando possibili rimedi.
    La strada maestra, riproposta anche in questa legislatura, sarebbe a nostro avviso quella dell'esenzione dal pagamento dell'Iva di tutte le spese veterinarie in favore di animali legalmente registrati. La riduzione sostenuta dal governo spagnolo ci incoraggia ad insistere, per vedere attuato concretamente, in prospettiva, il principio dell'one health, sancito dall'Organizzazione mondiale della sanità, dall'Organizzazione mondiale della sanità animale e dalla Fao: la salute è una sola, umana e animale".

La Lega Antivivisezione (Lav) lancia un appello ai ministri Di Maio, Tria e Grillo "di seguire il positivo esempio" della Spagna "abbassando l'Iva al 4%" nella manovra per quanto riguarda le prestazioni veterinarie. La Lav riferisce che con la legge di bilancio il Consiglio dei Ministri di Madrid ha annunciato una riduzione dell'aliquota Iva sulle prestazioni veterinarie dal 21% al 10%, una riduzione che "genererà risparmi fiscali per 53 milioni di euro, che Madrid conta di recuperare dalle entrate dalla lotta all'evasione fiscale e da altre forme di tassazione come la tassazione ambientale, in linea con le raccomandazioni dell'Europa, che consentirà entrate per 670 milioni". Si tratta di un positivo esempio, rileva la Lav, "per garantire l'accesso alle cure veterinarie e il diritto alla salute agli animali, gravati anche in Italia da un'aliquota Iva che li equipara a beni di lusso". La Lav nel marzo scorso ha lanciato la campagna #IPIUTASSATI con la quale chiede a Governo e Parlamento una riduzione dell'aliquota Iva su prestazioni veterinarie e cibo per animali non detenuti a scopo di lucro. L'elevato prezzo delle prestazioni veterinarie e dei farmaci, osserva la Lav, in tempo di crisi costituisce un problema per le famiglie e "anche per i Comuni, il Servizio Veterinario pubblico, le Associazioni animaliste, i volontari e conseguentemente per gli animali ricoverati nei rifugi, per le colonie feline e per i gatti liberi e ha come effetto un peggioramento complessivo della tutela animale, che come riconosciuto dal Trattato di Lisbona, dal Codice deontologico dei medici veterinari e da consolidata giurisprudenza è un essere senziente".

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