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Ass. ambientaliste, serve legge per telecamere nei macelli

Prima conferenza nazionale Legambiente, Ciwf Italia e Animal law

Redazione ANSA ROMA

ROMA - "L'Italia introduca una legge che preveda l'obbligo di installazione delle telecamere nei macelli per fermare i maltrattamenti, migliorare la protezione degli animali negli ultimi istanti della loro vita e tutelare anche veterinari e lavoratori". Questa la richiesta rivolta al Parlamento di Legambiente, Ciwf Italia (Compassion in world farming Italia onlus, associazione italiana non-profit per la protezione e il benessere degli animali allevati a scopo alimentare) e Animal Law (associazione non-profit nata su iniziativa di avvocati e altri professionisti qualificati) lanciata nel corso della prima Conferenza nazionale per avviare un dibattito pubblico e trovare soluzioni condivise coinvolgendo veterinari e lavoratori, associazioni, giuristi, consumatori e ricercatori.

L'argomento è stato è messo al centro della discussione anche grazie ai risultati ottenuti da diverse inchieste giornalistiche e di Ong con l'utilizzo di telecamere nascoste che hanno fatto emergere casi di maltrattamento e gravi violazioni dei diritti dei lavoratori. Per questo le tre sigle puntano a trovare soluzioni condivise a cominciare dalla possibilità di introdurre una legge che preveda l'obbligo di installare impianti di videosorveglianza in tutti i macelli italiani. "Per la prima volta - dichiara Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia onlus - abbiamo potuto mostrare le forti interconnessioni tra tutela degli animali e dei lavoratori, sia operatori che veterinari, all'interno dei mattatoi. Il messaggio che ne è emerso è forte e chiaro: la videosorveglianza potrebbe migliorare le condizioni di tutti e fornire ai consumatori le dovute assicurazioni".

"Le sempre più numerose richieste dei cittadini e le inchieste dei mesi scorsi - spiega Nino Morabito, responsabile benessere animali di Legambiente - dimostrano che le telecamere nei macelli sono uno dei modi in cui le nuove tecnologie possono esser messe, con intelligenza, a servizio dell'interesse collettivo, a beneficio di tutti. Chiediamo al Parlamento da poco insediato di dare seguito a questa innovativa e giusta istanza".

"La nostra società - rileva Alessandro Ricciuti, presidente Animal law - si pone sempre più domande sul trattamento degli animali. Per quanto le violazioni alle norme sul benessere animale siano difficili da accertare, lo Stato non può più permettere che a scoprire comportamenti illeciti siano sempre e soltanto le telecamere nascoste. La richiesta di trasparenza viene direttamente dalla società ed è necessario che ottenga una risposta adeguata".

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