Ammissione diretta alla prova
orale: quanto chiedono i praticanti avvocati con un'istanza
inviata al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e ai
presidenti delle Commissioni Esaminatrici. Una iniziativa,
riporta una nota, "legata al blocco dell'esame di abilitazione".
L'Associazione Nazionale Upavv (Unione Praticanti Avvocati) -
rede noto un comunicato - ha elaborato il testo in
collaborazione con alcuni esponenti di spicco del mondo
accademico giuridico.
"Stiamo procedendo - afferma Claudia Majolo, presidente
nazionale Upavv - affinché i nostri iscritti presenti in tutta
Italia, procedano all'invio dell'istanza alla Corte d'Appello
esaminatrice". "Nello specifico - puntualizza Majolo -
l'attribuzione ai presidenti di Commissione del potere di
disporre la correzione degli elaborati scritti anche 'da remoto'
risulta essere palesemente in violazione costituzionale del
diritto all'uguaglianza, non discriminazione e ragionevolezza,
non garantisce la collegialità della correzione degli elaborati,
pone parecchi dubbi in ordine alla trasparenza delle operazioni
di correzione, non garantisce a pieno l'anonimato degli
elaborati, non contempla alcun software 'di Stato' che possa
garantire il non hackeraggio degli elaborati. Inoltre, crea una
illegittima, in quanto assoluta, discrezionalità in capo ai
Presidenti di Commissione che avranno il potere di disporre la
correzione degli elaborati scritti con modalità differenti,
senza la previsione di un criterio unitario, violando
l'unitarietà di procedure previste su tutto il territorio
italiano". Tutto questo, dice ancora Majolo, "senza contare che
tutto ciò crea una illegittima disparità di trattamento tra gli
esaminandi della stessa sessione 2019". Questa situazione,
concludono i rappresentanti dei praticanti avvocati, "frustra le
aspettative di oltre 25.000 famiglie italiane e il loro diritto
al lavoro".
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