- "Il lavoro sta cambiando, e le conseguenze della nuova crisi globale rischiano di farsi sentire più forti dove già si avvertivano carenze: l'occupazione femminile e quella dei giovani. Dal lavoro, dalla sua dignità e qualità, dipende il futuro del Paese e dell'Europa. Senza diritto al lavoro e senza diritti nel lavoro non ci può essere sviluppo sostenibile". Lo afferma il presidente Mattarella a 50 anni dalla legge sullo Statuto dei lavoratori.
Prezioso - scrive il Capo dello Stato - è stato l'impegno dei ministri Giacomo Brodolini e Carlo Donat Cattin, del professor Gino Giugni. L'opera di costruzione sociale e giuridica dello Statuto coinvolse allora tutto il mondo del lavoro. Lo Statuto fu un grande traguardo sociale e culturale, e al tempo stesso fu tappa importante nella vicenda repubblicana e nelle trasformazioni che dagli anni settanta si sono fatte sempre più accelerate. Tanto si è discusso, e tanto inevitabilmente si discuterà ancora, su cosa va aggiornato di quel complesso di norme, cosa preservato e cosa ulteriormente potenziato. Le straordinarie innovazioni in atto ci mettono di fronte a grandi opportunità, e, contemporaneamente, anche a rischi di fratture, di emarginazioni, di iniquità". "Lo Statuto dei lavoratori - afferma Mattarella - è divenuto simbolo di presidi, le cui radici costituzionali sono sempre più visibili: peraltro la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea ne ha rafforzato il carattere di patrimonio di civiltà, comune a tutto il Continente, e oggi il pilastro europeo dei diritti sociali, approvato al vertice di Göteborg, è chiamato a darne concreta applicazione"