(di Valentina Roncati)
I quindicenni italiani hanno scarse
capacità nel gestire i soldi: 1 su 5 non sa proprio come si fa.
La situazione è peggiore al Sud, i ragazzi sono più bravi delle
ragazze e gli studenti dei licei sono migliori rispetto a tutti
gli altri. Il quadro - nel quale l'Italia consegue un punteggio
medio di 476 punti, inferiore a quello della media OCSE (505) -
emerge dal Rapporto Ocse Pisa che misura il livello di
conoscenze e abilità finanziarie degli studenti di 15 anni, che
sono al giorno d'oggi necessarie per il futuro passaggio dal
mondo della scuola a quello dell'università, al mondo del lavoro
o a quello dell'imprenditoria. In Italia hanno partecipato 9.122
studenti, rappresentativi di un totale di più
di 500mila quindicenni.
Lo studio evidenzia come la percentuale di studenti italiani
in grado di risolvere i compiti più complessi (top performer
Livello 5) in materie finanziarie è meno della metà di quella
registrata a livello medio OCSE (4,5% vs 10,5%), mentre circa
uno studente su cinque non possiede le competenze minime
necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben
informate (low performer). Il 79% raggiunge il Livello 2, ovvero
il livello minimo. I ragazzi ottengono punteggi migliori delle
ragazze e riescono a risolvere compiti più complessi e in
percentuali maggiori (15 punti differenza in media).
L'emergenza globale del coronavirus ci ricorda che "la
conoscenza finanziaria diventa ancora più importante nei momenti
di crisi, quando è essenziale gestire bene risorse limitate e
proteggersi dai rischi - fa notare Anna Maria Lusardi,
presidente del Comitato per l'educazione finanziaria - il
Comitato è al lavoro: stiamo completando le linee guide
dell'educazione finanziaria per i giovani così che le scuole che
vogliono insegnare questa materia avranno indicazioni su come
farlo".
L'indagine mostra che c'è un divario tra le aree del Nord e
quelle del Sud. Gli studenti del Nord Ovest e del Nord Est
ottengono risultati più elevati (rispettivamente 496 e 498) di
quelli dei loro coetanei del Sud e del Sud Isole
(rispettivamente 455 e 448). I risultati degli studenti del
Centro (481) sono inferiori a quelli dei quindicenni del Nord
Est e superiori a quelli dei loro coetanei del Sud e del Sud
Isole. Lo studio fa emergere anche differenze fra tipologie di
scuole: gli studenti dei Licei, con un punteggio di 508,
ottengono risultati migliori di quelli che frequentano le altre
tipologie di istruzione; seguono i quindicenni degli Istituti
tecnici (476), gli Istituti professionali (405) e la Formazione
professionale.
"Dimostriamo di essere un Paese serio, che non nasconde le
cose anche quando non sono positive. È però un compito ulteriore
quello di servirsi di questi dati per provvedere al
miglioramento", ha detto Anna Maria Ajello, presidente Invalsi.
In media, nei 13 paesi OCSE che hanno partecipato alla
rilevazione, poco più di uno studente su due (54%) è titolare di
un conto bancario - quota che arriva a nove studenti su dieci in
Finlandia (89%), e scende in Italia a poco più di quattro su
dieci (44%) - mentre poco meno di uno studente su due (45%) è
titolare di una carta di pagamento o di debito (più di tre
studenti su quattro in Finlandia e in Estonia, rispettivamente
il 78% e il 75%); quattro studenti su dieci in Italia, 41%. Più
di una persona su due di 16-24 anni in Australia, Finlandia e
Stati Uniti ha dichiarato di cimentarsi nel calcolo di prezzi,
costi o bilanci almeno una volta alla settimana nella vita
personale (poco più di 3 su 10 in Italia, 32%), e più del 40% in
Australia, Cile e Perù effettua questo tipo di calcoli
finanziari almeno una volta alla settimana in ambito lavorativo
(meno di 3 su 10 in Italia, 25,9%). E almeno un ragazzo di
16-24 anni su tre in Canada, Estonia, Finlandia e Stati Uniti
effettua transazioni finanziarie su Internet almeno una volta a
settimana.
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